Il presidente Volodymyr Zelensky si è recato a Londra per un incontro con il primo ministro. Successivamente incontrerà anche re Carlo III.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a Londra per incontrare il primo ministro della Gran Bretagna Rishi Sunak. Ad oggi la guerra in Ucraina è giunta al 350esimo giorno, e la situazione si sta complicando per il Paese invaso. Lo ha riferito recentemente Zelensky, ribadendo la necessità di nuove armi e di concludere il conflitto nel minor tempo possibile.
Erano sorte alcune indiscrezioni il mese scorso circa la possibilità della conclusione della guerra entro il mese di febbraio. La situazione però è in una fase di stallo, nel quale nessuno dei due Paesi è intenzionato a fare un passo indietro nel conflitto.
Il presidente ucraino si è recato oggi a Londra, per incontrare il primo ministro britannico. Verso le 15:00 (ora italiana) si terrà il discorso a Westminster. Dopo nell’agenda del presidente ucraino c’è un incontro con il Re Carlo III in udienza.
Per la giornata di domani il presidente ucraino ha in programma un incontro a Bruxelles per la plenaria del Parlamento europeo. A seguito delle numerose richieste di Zelensky circa la fornitura di armi per le truppe di Kiev, la Gran Bretagna si è detta disposta ad “offrire a Kiev” anche missili “a più lunga gittata”.
L’Iran verso l’invio di armi a Mosca
Nel frattempo è giunta un’indiscrezione da parte di Kiev secondo cui l’Iran starebbe fornendo alla Russia dei droni per combattere la guerra. Già precedentemente era sorta un’indiscrezione che rivelava come l’Iran stia fornendo droni alla Russia per combattere la guerra in Ucraina. Durante il corso del conflitto, le truppe del Cremlino avrebbero impiegato circa 660 droni kamikaze iraniani “Shahed“.
Adesso, dopo i droni, dovrebbero arrivare anche i missili balistici: lo riferisce direttamente l’Iran, attraverso il report d’intelligence internazionali. Si va quindi verso la fornitura di nuove armi alla Russia. La situazione si fa difficile per l’Ucraina: lo ha riferito il portavoce dell’aeronautica di Kiev, il colonnello Yuri Ignatov.